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Panchina Rossa contro il femminicidio. A Monterotondo consiglio comunale straordinario

Educare alle differenze per fermare la violenza. Raramente un intero consiglio comunale si riunisce in una seduta straordinaria per mobilitarsi contro la violenza sulle donne e ancor più di rado la Sala Consigliare “Peter Benenson” è stracolma di pubblico, attento e partecipe, come invece è accaduto il 22 novembre a Monterotondo.

L’assise è stata aperta dal presidente del Consiglio Comunale Ruggero Ruggeri che ha ribadito quanto l’ondata di violenza e femminicidi sia ancor più di una vera emergenza nazionale, da affrontare con ogni mezzo che contrasti una sottocultura di innegabile brutalità. La ferrea presa di posizione contro il sommerso, ad esempio, è prevista nei potenziamenti che il Consiglio ha proposto, a partire dai percorsi formativi nelle scuole al coinvolgimento della Regione per la regolarizzazione dei contributi necessari a servizi e sportello antiviolenza, passando per l’intera rete territoriale e a una intensa campagna di sensibilizzazione.

Tanti gli interventi delle rappresentanti di scuole, sindacati, associazioni, cooperative, imprese e gli argomenti trattati sono stati molti, legati da un unico filo conduttore: fermare la barbarie. Senza retorica, ma consapevoli della complessità dell’argomento.

La violenza sulle donne ha mille volti. Dati alla mano, le reti di supporto nazionali sono fin troppo fragili, la violenza si annida nelle relazioni quotidiane, si nasconde nelle mura domestiche con vessazioni di vario tipo (fisico, psicologico, verbale), germoglia nella società qualora si perpetri un atteggiamento sessista. Che bisogna combattere, garantendo pari diritti, dignità, valore.

Tra le molteplici iniziative proposte, quella della “Panchina Rossa contro il femminicidio” posta in luoghi simbolici della città. Sabato 1 dicembre, infatti, si è svolta la cerimonia che ha visto la passeggiata diventare luogo di riflessione. Via Bruno Buozzi si è tinta di rosso e la Panchina è ora un monito di testimonianza.

Il fenomeno della violenza di genere è tra i più discussi degli ultimi anni, il numero delle vittime è in continua crescita e tutti ne parlano, commentano, raccontano. A Monterotondo invece si è deciso di agire, perseguendo obiettivi che educhino a una concreta cultura di parità. Un modello da seguire.

About the author

Promotrice di eventi culturali, ritrattista, scrittrice, presentatrice a tempo perso. Ama l’arte e la buona lettura, divora libri, film e serie di ogni genere. Un po’ misantropa, vive con due gatti e si dedica con passione da missionaria al sociale. Fonda "Hinterland – il free press del Nord Est" con la sua famiglia e ne è la direttrice editoriale.

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