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Monterotondo. Celebrazioni del 74mo anniversario dell’uccisione del partigiano Edmondo Riva

Riappropriarsi dei valori della Resistenza per contrastare le insistenti minacce alla pace incoraggiate da derive autoritarie e populiste. Questo il monito venuto dalle celebrazioni del 74mo anniversario dell’uccisione del partigiano Edmondo Riva, che dà il nome alla Sezione ANPI di Monterotondo, avvenuta a Canneto, sul luogo in cui fu fucilato dai tedeschi e dove è posta una lapide a ricordo.

La vicenda è nota sul territorio, anche se il tempo ne sta logorando la memoria ed è legata alla sorte dell’unico partigiano di Monterotondo ad aver avuto il riconoscimento di medaglia d’oro al valor militare.

Il 2 giugno 1944 catturato dai tedeschi mentre, insieme con altri, era impegnato in un’operazione di recupero di armi e materiali, lanciati da aerei Alleati su Monte Gennaro, dopo essere stato torturato e trascinato nella ritirata verso Nord, i tedeschi lo uccisero con cinica ferocia nelle campagne di Canneto. Lasciò alla moglie e al figlio Francesco, poco più che neonato, un messaggio inneggiante alla libertà.

Alla cerimonia, in rappresentanza della famiglia c’era il nipote diretto, che reca lo stesso nome di Edmondo e al quale è stata conferita una targa ricordo da parte dell’ANPI.

Edmondo Riva è stato, insieme ai tanti partigiani eretini e ai due giovani, insigniti di medaglia d’argento, Dario Ortenzi e Attilio Pelosi, un punto di riferimento per Monterotondo che si è vista onorata nel 1982 del riconoscimento di Città medaglia d’argento al Valor militare per meriti partigiani.

Per la prima volta alla celebrazione sono intervenuti congiuntamente il Vice Sindaco Reggente del Comune di Monterotondo (Antonino Lupi), il Sindaco di Fara Sabina (Davide Basilicata) e i Presidenti dell’ANPI eretino (Antonio Tedesco) e di Fara Sabina (Scavicchia). Mauro Alessandri, nella sua nuova veste di Assessore ai Lavori pubblici della Regione Lazio, ha portato la sua testimonianza anche come discendente di famiglie attivamente coinvolte nella lotta di Liberazione.

Il senso profondo di questa rinnovato interesse per i patrimoni d’idealità scaturiti da quella dura esperienza storica, nasce da un disagio che si avverte con l’apparire di nuovi “mostri” che minacciano più subdolamente che mai quella speranza del progredire verso orizzonti con più equità sociale, più diritti umani e soprattutto più coesione fra i popoli quali presupposti per un mondo pacificato e armonico per nuove conquiste di progresso universale.

Con questo intento l’ANPI, proprio per evitare che tali valori si affievoliscano, si è posto il compito di trasmetterli alle nuove generazioni. Quest’anno è riuscito a coinvolgere gli studenti dei quattro gli Istituti comprensivi di Monterotondo, non solo attraverso incontri in classe con testimoni diretti di quelle vicende storiche, ma anche organizzando uscite itineranti alla ricerca dei luoghi dove le vicende belliche della battaglia del 9 e 10 settembre 1943 si sono svolte o dove le attività partigiane hanno avuto i loro momenti significativi.

Queste manifestazioni che talora, con leggerezza, vengono considerate esercizi di pura retorica, in realtà sono momenti di memoria che enfatizzano l’esigenza di salvaguardare i valori della democrazia, che sembra scivolare verso rozzi populismi, della libertà, minacciata da forme capziose di comunicazione e della pace, la cui precarietà è ben evidenziata dagli scienziati e premi Nobel dell’Orologio dell’Apocalisse.

Che non sia pura retorica e che i percoli non siano esagerati lo dimostra, ad esempio, il fatto che per ben due volte i pannelli posti dal Comune lungo il Viale Serrecchia per illustrare questa fase storica, siano stati profanati o, addirittura, distrutti, mentre quelli che illustrano le sale affrescate non hanno subito la stessa sorte.

E’ auspicabile che siano reinstallati e adeguatamente protetti dalle inqualificabili incursioni.

 

About the author

Presidente dell’Università Popolare Eretina di Monterotondo, cura la conservazione e la valorizzazione della vita e l’opera del pittore eretino Palo Angelani, a cui è intitolata la Biblioteca di Monterotondo. Rivolge particolare impegno alla valorizzazione delle specificità locali, per salvaguardarne patrimoni artistici ambientali e di identità.

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