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Gli anni della Sagra. Storia e storie della Sagra dell’Uva a Mentana (prima parte)

Foto in aperturaRoma 1930. Esposizione delle Uve di Mentana in Piazza di Siena

L’origine della Sagra è da collocare nei primi anni Trenta.

Il 28 settembre 1930, per ordine del governo fascista centrale, in tutti i comuni d’Italia si celebrò una Festa dell’Uva. Lo scopo era di esaltare il lavoro dei campi e di valorizzarne il prodotto: “… in ogni città o grossa borgata dovrà formarsi un Comitato, sotto la guida del podestà, del quale facessero parte le autorità civili, militari ed i rappresentanti delle associazioni produttive e di partito“.

In quel periodo la sovrapproduzione d’uva è un problema reale che attanaglia l’agricoltura; la viticoltura italiana rappresenta uno dei principali pilastri sui quali si regge l’economia nazionale e per agevolare il consumo dell’uva è istituita questa festa con lo scopo di renderne popolare il consumo.

Sagra dell’Uva 1936

Anche a Mentana la direttiva del governo venne messa in pratica, inviando nel settembre 1930 un carro folkloristico nella Capitale ed esponendo le migliori qualità di uva in piazza di Siena a Roma.

Il podestà di Mentana, riconosciuta la necessità di concorrere per la buona riuscita della festa, auspicava che la manifestazione potesse mettere in maggior valore i migliori prodotti di questa popolazione mentanese.

Alcune vecchie foto ci consegnano istanti di una celebrazione non dissimile da quelle che si svolgevano in altri luoghi del Regno. Giovanette, su carri folcloristici trainati da una coppia di buoi, indossano costumi tradizionali con cesti di vimini stracolmi di uva, carri addobbati da foglie e tralci di vite, e, immaginiamo, canti, suoni e distribuzione di vino.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Sagra dell’Uva era ormai divenuta senza dubbio la più grande manifestazione popolare a Mentana.

Al principio degli anni ’50 la festa aveva subito delle modifiche e cominciava a definirsi il suo tradizionale programma. La data era fissata per i primi di ottobre e già dai mesi precedenti i componenti del comitato iniziavano un’opera di sensibilizzazione per fare allestire dei carri allegorici da trainarsi con i trattori.

La sfilata dei carri, prima molto piccoli nelle dimensioni e semplici nella fattura, poi sempre più grandi e sofisticati negli addobbi viticoli e nelle composizioni figurative, è diventata il momento centrale della festa.

Per le strade del paese, lungo il tragitto di via Tre Novembre, ragazze e ragazzi in abiti folcloristici distribuivano dell’uva. Tutta la cerimonia ruotava intorno al “carro dell’uva”, alla sua preparazione.

Su di essi uomini e donne in abiti contadini mimano scene di vita e di lavoro tradizionali in ambienti agricoli e domestici abilmente ricostruiti; vengono, inoltre, messi in mostra strumenti della civiltà rurale non più in uso, si suona, si canta e, soprattutto, si cucina.

Il carro si tramuta in un’arca mobile zeppa di prodotti tipici.

Un salto di qualità veniva compiuto soltanto all’inizio degli anni ’60.

Nel 1967 nasceva la Pro loco di Mentana, grazie all’entusiasmo di un gruppo di giovani volontari, desiderosi di dare un coordinamento e un’identità alle iniziative turistiche e culturali per la nostra comunità.

In quello stesso anno, la XVII edizione della Sagra cadde in contemporanea con i festeggiamenti del centenario della battaglia garibaldina.

Nutrito il cartellone degli eventi in programma. Le serate danzanti con la partecipazione di vari cantanti: Sergio Endrigo, Lucio Dalla e Jimmy Fontana.

Nella foto una delegazione comunale guidata dal Sindaco Prof. Salvatore Cucca, viene ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario garibaldino. Riconosciamo Demetrio Pasqui, lo scultore Sante Monachesi, Ornelio Marini, e tra gli altri l’infaticabile presidente della Pro Loco del tempo Luigino Rossi (secondo da sinistra insieme a Demetrio Pasqui).

Le cronache della giornata che hanno registrato l’evento, riferiscono che la manifestazione si svolse in un’atmosfera allegra, pregna del penetrante profumo dell’uva e del vino versato. I carri allegorici percorsero le strade dell’intero centro abitato, preceduti da un corteo di gruppi folk e sbandieratori, attesi, seguiti ed inseguiti da una folla vociante che interagisce con i protagonisti della cerimonia e diventa parte integrante della cerimonia stessa.

L’evento si concluse il lunedì successivo, 25 settembre alle ore 21, in Piazza della Rocca con uno spettacolo musicale di Carlo Loffredo.

A metà degli anni Settanta la Sagra dell’Uva veniva inserita nell’ambito del Settembre Mentanese.

Nel 1975 si svolgeva la XXV edizione della Sagra. Nel 1975, in occasione del 2° Settembre Mentanese, la Pro Loco proponeva un ampio programma di manifestazioni che allietava la festa di quell’anno dal 13 al 28 settembre: mostra delle uve locali; sfilati dei carri allegorici; banda musicale; distribuzione dei prodotti locali; visite alle mostre di pittura e fotografia allestite nelle sale di Palazzo Crescenzio; estrazione della lotteria.

Proprio in quegli anni si proponeva un’istituzione culturale quale meta del turismo nelle aree interne: la proposta di un “parco territoriale”.

Il 4 ottobre nella sala consiliare si svolgeva un dibattito pubblico nel quale emerse la possibilità di incrementare il turismo, le attività lavorative cooperativistiche e le strutture di stimolo per la salvaguardia dei beni ambientali.

Leggi la seconda parte

About the author

Laureato in giurisprudenza ed esperto del linguaggio forense (lavora al Poligrafico dello Stato) è stato Assessore ai Sevizi sociali ed Ambiente del Comune di Mentana. Responsabile del settore “Educare alla Mondialità” e Membro del Consiglio della Caritas diocesana di Sabina-Poggio Mirteto, è socio e consigliere dell’Associazione Nomentana di Storia e Archeologia, punto di riferimento per lo studio e la conoscenza del luogo. Appassionato studioso della storia del territorio sabino-nomentano, si è sempre occupato di questo argomento pubblicando saggi ed articoli.

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