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Il parco di Via di Villa di Lucina dedicato a Donatella Colasanti. Un ricordo firmato Giovanna Mirella Arcidiacono

Correva l’anno 1975, da poco Adalberto aveva terminato il servizio militare a Civitavecchia come sottotenente dei Granatieri di Sardegna. Come tanti giovani di quei tempi si ritrovò dopo il servizio militare a cercare lavoro  e tra le varie possibilità che gli si aprirono davanti, scelse quella del cronista di un noto quotidiano.

Naturalmente gli inizi da cronista  erano anzi sono quelli che sono… tra le prime prassi il giro delle questure… Poi un giorno visto che abitava alla Garbatella gli dissero: “Adalberto vai ad intervistare una ragazza che abita dalle tue parti, vai alla Montagnola dalla ragazza che si è salvata da quella brutta storia  del Circeo” . Era contento di dover scrivere un articolo importante, ma nello stesso tempo preoccupato come poteva fare una intervista così particolare? Chiese a sua sorella: “Secondo te cosa posso chiederle come prima domanda?”, “Mah… sei tu il giornalista… io posso solo dirti che poteva capitare a chiunque, anche a me!”, “Grazie per l’aiuto”, rispose serio e continuò per alleggerire la tensione che gli stava salendo: “… che dici vado senza giacca… che maglione indosso, marrone o verde?”. La sorella rispose: “Verde, verde quello di Gucci, il verde è  speranza”.

Arrivato a Via Salvatore Di Giacomo che era un tantino emozionato, suonò e gli aprì  proprio lei, gli sorrise e lo fece accomodare in salotto sedendosi su una poltrona di fronte a lui. Ad Adalberto non erano mai mancate le parole, ma davanti a quella ragazza si sentiva strano… da dove cominciare. Poi nelle orecchie ancora le parole di sua sorella… poteva capitare pure a lei… In fin dei conti quei ragazzi poco più giovani di lui di un ambiente della cosiddetta Roma bene, come potevano aver fatto quello che avevano fatto? E lì davanti aveva quella creatura con quegli occhioni tristi che lo guardavano e quel sorriso amaro disegnato sul viso. Prese coraggio e gli disse: “Scusami, ti va di parlarne?”. Lei scosse la testa il sorriso amaro diventò una smorfia di dolore. Adalberto si alzò e con un filo di voce disse: “Scusami, non sarei dovuto venire!”. Poi rivolto al fotografo del giornale per il quale aveva avuto l’incarico con voce determinata: “Andiamo in redazione l’intervista è finita!”. Donatella lo accompagnò alla porta, l’aprì gli strinse la mano e con quel sorriso amaro disse Grazie. E chiuse la porta.

Fuori c’era il sole, l’autunno si faceva avanti con i colori a lui donati da madre natura, il fotografo cercò di rompere il silenzio con “vi  ho fatto belle foto, veramente le ho fatte a lei tu sei di spalle.” Ok rispose lui, ci vediamo al giornale, tu vai non ti preoccupare devo fare altri giri caso mai prendo un taxi. Non prese nessun taxi… tornò a casa a piedi da Via Salvatore Di Giacomo a Piazza Caterin Sforza non era poi così lontano.

A casa come sempre lo accolse facendogli le feste Rocky il pastore bergamasco che avevano regalato alla sorella spacciandosi per barboncino. La madre e la sorella chiesero quasi in coro: “Allora come è andata, che ti ha detto?”.  Se ne andò in salone sali i due gradini dove c’era il mobile bar, si versò da bere accese una Malboro guardò madre e figlia che lo avevano seguito, e non gli diede tempo di fare altre domande con tono fermo come parlasse a se stesso: “Non scrivo niente, la ragazza sta troppo male.”

Così fece e non ne volle più parlare e dopo un pò cambiò lavoro.

La sorella non dimenticò quel giorno e quella storia. Passarono gli anni ce ne vollero 20 per modificare la legge sullo stupro sulla violenza. Poi un giorno al TG diedero la notizia che Donatella era morta di tumore e che non aveva avuto giustizia per quanto le era accaduto. Allo scadere dei dieci anni dalla morte di Donatella l’associazione culturale Il Tempo Ritrovato nata il 7 aprile del 1990 ha iniziato a scrivere alle istituzioni affinché un piccolo parco mal ridotto a Via di villa di Lucina venisse dedicato a Donatella,  a Montagnola c’era quello dedicato a Rosaria. Dopo sei anni finalmente il parco è  stato intitolato a Donatella Colasanti, ma Adalberto non ha partecipato all’inaugurazione solo perché  ora dialoga su una nuvoletta con Donatella ed i loro sorrisi non sono più amari.

Il comitato delle fate é composto da tre associazioni culturali il Tempo Ritrovato, La cultura del cuore ed il MOICA Roma donne attive in famiglia ed in società, come ogni anno ricordano Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Quest’anno il 29 settembre alle 18,00 al parco Rosaria Lopez sarà donato un murale con il volto della ragazza morta nella tragica storia denominata “MASSACRO DEL CIRCEO”. Il murale sarà realizzato da Gojo lo stesso artista che ha eseguito quello di Donatella Colasanti. Il 30 settembre 2023 alle 18.00 sarà organizzato un incontro con Ilaria Amenta Autrice del libro “io sono l”uomo nero” edizioni RAI.

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